La guerra segreta in Laos e la storia crudele delle bombe a grappolo inesplose

In alto, orizzontalmente al centro, si trova un aereo da caccia che sta sganciando bombe. Il cielo è coperto da nuvole scure. La foto è in bianco e nero.
Davide smiling while holding a rat

Scritto da Davide Crestini

17 agosto 2023 14 min di lettura

Questo articolo svela l'inquietante eredità della Guerra Segreta in Laos e l'impatto duraturo degli ordigni inesplosi (UXO), incluse le bombe a grappolo, che continuano a rappresentare una minaccia ancora oggi. Questo conflitto ampiamente trascurato, oscurato dalla Guerra del Vietnam, vide gli Stati Uniti condurre estese missioni di bombardamento sul Laos dal 1964 al 1973. Queste missioni hanno lasciato un'eredità pericolosa di UXO, costituendo minacce continue per le persone e il territorio del Laos. Esplorando le complessità geopolitiche, le manovre segrete e i legami con la Guerra del Vietnam, il post delinea come questi tragici eventi abbiano lasciato una cicatrice profonda sul Laos contemporaneo. L'attenzione è rivolta al pericolo persistente delle bombe inesplose in Laos, alle sfide affrontate dal popolo laotiano e agli sforzi di organizzazioni come COPE e MAG nell'affrontare questa questione critica.

La "guerra segreta" in Laos è, per molti, un mistero avvolto nel silenzio della storia. Se non hai mai avuto occasione di visitare questo angolo d'Asia, è probabile che tu non sia a conoscenza di questo capitolo occulto della storia, una trama complessa, offuscata dall'ombra della ben più celebre guerra del Vietnam - o come viene definita in Vietnam, la guerra Americana. La strana verità, però, è che questi due conflitti sono indissolubilmente legati l'uno all'altro, una verità che risiede in netto contrasto con la proclamata neutralità del Laos durante la guerra del Vietnam.

Dopo la ritirata della Francia dall'Indocina, il Laos si è trovato impantanato in un labirinto di conflitti interni, sgomitando alla ricerca di una nuova configurazione governativa. Ma la geografia e le circostanze non erano dalla loro parte. Parte del loro territorio cadde sotto il controllo delle forze nordvietnamite, trasformandosi presto in un componente vitale del sentiero di Ho Chi Minh - un'arteria nascosta nella giungla tropicale utilizzata dai nordvietnamiti per far fluire rifornimenti alle loro truppe impegnate nel sud, attraversando sia il Laos che la Cambogia.

Tra il 1964 e il 1973, il Laos divenne teatro di un'intensa campagna di bombardamenti. Si stima che durante tale periodo, gli Stati Uniti abbiano sganciato sul suolo laotiano l'incredibile quantità di 2,5 milioni di tonnellate di ordigni in ben 580.000 missioni di bombardamento[1]. Il cuore di questa folle escalation fu rappresentato dalle cosiddette bombe a grappolo, specifici ordigni lanciati da aerei o elicotteri, ognuno contenente una serie di submunizioni, chiamate bomblets. Al momento dell'attivazione dell'ordigno principale, o cluster, queste vengono disperse, secondo diversi sistemi, a distanza. Ma gli orrori di questa guerra nascosta non si limitano alla pura statistica o alla mera descrizione tecnologica. I numeri, freddi ed impersonali, nascondono un dramma umano che continua a svolgersi ancora oggi, una ferita aperta nella storia del Laos che non ha ancora trovato pace.

Interno di una bomba a grappolo piena di bomblets, esposta al museo COPE a Luang Prabang. La bomba è aperta e si possono vedere tre parti. Le parti sinistra e destra sono piene di bomblets, mentre la parte centrale è vuota, ma contiene un foglio con qualcosa scritto sopra. A sinistra della bomba c'è un palo con un'etichetta bianca sopra che fornisce ulteriori dettagli sulle bombe.

Interno di una bomba a grappolo piena di submunizioni, in mostra al museo COPE di Luang Prabang

Ciò che è particolarmente angosciante riguardo l’utilizzo delle bombe a grappolo non è solo l’immediata ed indiscriminata strage che hanno causato: circa il 30% di questi dispositivi letali è rimasto inesploso, lasciando dietro di sé un'eredità mortale che continua ad affliggere il popolo laotiano fino ai giorni nostri. In termini numerici, stiamo parlando di 80 milioni di bombe rimaste inesplose, rispetto ai circa 260 milioni di ordigni sganciati sul territorio laotiano dal governo degli Stati Uniti. Tecnicamente conosciute come ordigni inesplosi o semplicemente UXO (Unexploded Ordnance), questi ordigni continuano a mettere in pericolo e inquinare vaste aree del Laos, specialmente nella parte orientale del paese.

La guerra segreta in Laos svela in modo inquietante le cicatrici permanenti che un conflitto può lasciare su una nazione: invisibili agli occhi del mondo, ma dolorosamente presenti per coloro che ogni giorno devono convivere con le conseguenze.

Il Laos nel post guerra, la guerra civile Laotiana e l'influenza internazionale

Il Laos è stato un protettorato francese tra 1839 e il 1949, vivendo anche un breve periodo sotto l'occupazione giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Con il ritiro del Giappone, il Laos fu trascinato nella lotta regionale per l'indipendenza, un conflitto inserito nella più ampia Prima Guerra d'Indocina che coinvolse l'intera area indocinese. Questa lotta ebbe termine nel 1954 con la Conferenza di Ginevra, ma in Laos la situazione rimase tesa. L'instabilità politica degenerò in guerra civile, una situazione complessa e intricata in cui attori internazionali come Vietnam, Francia e Stati Uniti ebbero un ruolo significativo, influenzando profondamente il corso degli eventi.

La battaglia interna per il controllo del Laos fu un intricato gioco di potere combattuto principalmente tra tre fazioni: i neutralisti guidati dal principe Souvanna Phouma, i conservatori filo-occidentali del principe Boun Oum di Champassak, e i comunisti del Fronte Patriottico del Lao, conosciuto come Pathet Lao. Quest'ultimo trova le sue radici nel "Lao Issara", un movimento nazionalista anti-francese fondato il 12 ottobre 1945. Nel 1950, il movimento assunse il nome di Pathet Lao, rinvigorito dal sostegno di forze laotiane che si erano unite alla rivolta del Viet Minh contro il dominio coloniale francese durante la Prima Guerra d'Indocina.

Il 22 ottobre 1953 fu firmato il Trattato Franco-Laotiano di "Amicizia e Associazione". Questo accordo stabilì l'indipendenza del Laos dalla Francia, pur conferendo ai francesi il controllo militare. Così, il Laos divenne membro indipendente dell'Unione Francese. Nei turbolenti anni che seguirono, i tre movimenti politici sopracitati si contesero aspramente il potere all'interno del paese.

Una svolta decisiva si ebbe nel 1954, con il trionfo dell’esercito comunista del Việt Minh, guidato dal generale Ho Chi Minh, sui francesi. Costretti alla resa il 7 maggio 1954, i francesi videro il mattino successivo l'apertura delle discussioni sulla guerra d'Indocina durante la conferenza di Ginevra. Gli incontri dedicati alla questione indocinese sfociarono in una serie di trattati, noti come gli accordi di Ginevra, che divisero il Vietnam in Nord e Sud e stabilirono il ritiro francese dai territori nel sud-est asiatico, Laos incluso. Tali accordi sancirono dunque la totale indipendenza del Laos. Degno di nota è il fatto che gli Stati Uniti scelsero di non firmare questi trattati, preoccupati che la perdita dell'influenza francese nel sud-est asiatico avrebbe potuto favorire la diffusione del comunismo all'interno della regione[2].

A capo del nuovo governo fu nominato il principe Souvanna Phouma, che durante il suo regno si adoperò, senza successo, per raggiungere l'unità nazionale. Dopo la firma degli accordi di Ginevra, il Pathet Lao rafforzò il suo controllo sulle due province settentrionali Phonsgali e Xam Neua, amministrandole quasi come un'estensione del governo nordvietnamita, il quale aveva avuto un ruolo chiave nella conquista di entrambe. Quest'ultimo, infatti, mantenne le proprie truppe nella regione. Con l'appoggio del Viet Minh, il Pathet Lao avanzò nella parte centrale del paese, conquistando velocemente vaste aree ed innescando una nuova fase della guerra civile. Una tregua temporanea fu raggiunta nel 1957, quando venne formata una coalizione tra le tre fazioni, interrompendo brevemente il conflitto.

Tuttavia, nel 1959, le forze nordvietnamite invasero di nuovo il Laos con l'obiettivo di stabilirvi parte del Sentiero di Ho Chi Minh. Questa invasione fu la scintilla che riaccese la Guerra Civile Laotiana, portando il paese nuovamente nel caos. Lo stesso anno fu caratterizzato anche dall'intervento diretto degli Stati Uniti nel conflitto tra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud, segnando così l'inizio della guerra del Vietnam.

L'Operazione Momentum e l’entrata in campo degli Stati Uniti nel Laos

Il Laos, con la sua crescente instabilità politica, era considerato un pezzo cruciale nella strategia americana per contenere il comunismo nel sud-est asiatico. Nel 1961, il Presidente Eisenhower approvò l'Operazione Momentum della CIA. Questa iniziativa segreta era volta ad armare ed addestrare gli Hmong, una delle più grandi minoranze etniche del Laos, sotto la guida di Vang Pao, al fine di contrastare le forze comuniste del Pathet Lao[3].

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"Gen. Vang Pao Con Prigionieri" By manhai [CC BY 2.0], via Flickr

Noti per la loro vita sugli altopiani montuosi e la storica resistenza all'autorità, gli Hmong erano da secoli in conflitto con la maggioranza laotiana delle pianure. La CIA, individuando un'opportunità in questa situazione, decise di sfruttarla strategicamente, inserendo così il complicato scenario del Laos nel più ampio contesto geopolitico della Guerra Fredda.

Nel 1962, con l'incoraggiamento del nuovo presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy, fu indetta una nuova conferenza internazionale, tenutasi sempre a Ginevra il 16 maggio, per discutere della situazione corrente in Laos. Alla conferenza parteciparono rappresentanti di numerosi Paesi coinvolti o influenzati dalla storia turbolenta del Laos. Questi rappresentanti provenivano da: Laos, URSS, Repubblica Popolare Cinese, Vietnam del Nord, Vietnam del Sud, Polonia, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, India, Birmania, Cambogia, Canada e Thailandia.

Mentre la comunità internazionale si riuniva per discutere, le tre principali fazioni laotiane riuscirono, il 12 giugno, a raggiungere un accordo riguardo la formazione di un nuovo governo di coalizione.

La conferenza culminò con l'accordo internazionale sulla neutralità del Laos, firmato il 23 luglio[4]. L'accordo obbligava tutti i firmatari ad astenersi dall'intervenire, sia direttamente che indirettamente, negli affari interni del paese, includendo anche il divieto di formare alleanze militari con esso e di stabilire basi militari sul suo territorio. Tuttavia, la fragilità di questi accordi divenne ben presto evidente, e la situazione si deteriorò rapidamente. Il percorso una volta promettente verso la pace e la neutralità fu bruscamente interrotto, e la presenza di forze americane, thailandesi e vietnamite nel territorio laotiano riemerse come un fattore rilevante. La politica estera degli Stati Uniti, guidata dalla paura del comunismo e dal desiderio di mantenere la propria influenza nella regione, giocò un ruolo chiave nel plasmare gli eventi in Laos.

Il 1964 segnò un'escalation nell'interferenza americana in Laos con l'avvio di missioni segrete di bombardamento, conosciute come Operazione Barrel Roll e Operazione Steel Tiger. L'obiettivo principale era interrompere e ostacolare il Sentiero di Ho Chi Minh.

Gli Stati Uniti utilizzarono aerei militari come gli AC-130 e i B-52, carichi di bombe a grappolo, per effettuare questi attacchi. Le missioni erano segretamente stazionate in Thailandia, e il bombardamento del Laos fu condotto senza il consenso della comunità internazionale. In effetti, per molti anni, le missioni di bombardamento furono tenute segrete persino al Congresso degli Stati Uniti.

La guerra civile laotiana continuò a trascinarsi, all'interno del più ampio conflitto del Vietnam, fino al 1975, con il Pathet Lao che riceveva supporto dal Vietnam del Nord e dall'URSS, mentre il governo reale era appoggiato dagli Stati Uniti e dalle forze anti-comuniste.

Le conseguenze della Guerra Segreta

Tra il 1964 e il 1973 (anno in cui terminò il coinvolgimento statunitense sia in Laos che in Vietnam), gli Stati Uniti condussero una serie implacabile di bombardamenti sul Laos, sganciando l'equivalente di un carico di bombe ogni otto minuti, 24 ore al giorno, per l’intero periodo di nove anni. La Guerra Civile Laotiana, parallelamente a quella del Vietnam, giunse al termine nel 1975, lasciando una tragica eredità di 200.000 vittime, sia civili che militari, equivalenti a circa il 10% della popolazione del Laos di quel tempo. Aggiungendo ulteriore tragedia a questo capitolo oscuro della storia, si ritiene che altri 20.000 individui abbiano perso la vita in seguito, a causa di ordigni inesplosi (UXO) rimasti sul terreno.

Nonostante una popolazione di soli 7,4 milioni di abitanti, il Laos detiene oltre la metà delle vittime confermate di munizioni a grappolo in tutto il mondo, una statistica sconvolgente che mette in luce l'ampiezza della crisi.

Mappa che mostra le zone colpite da bombardamenti da parte degli americani, nel periodo tra il 1964 ed il 1973

Mappa del Laos, che mostra le aree dove sono state sganciate bombe americane tra il 1964 e il 1973

Il Laos, una nazione in cui l'economia è fortemente legata all'agricoltura, affronta sfide continue come paese emergente in via di sviluppo. Al di fuori delle aree urbane, numerose famiglie dipendono quasi esclusivamente dall'agricoltura e dalle risorse fornite dal fiume Mekong. Tuttavia, la presenza di UXO, ha reso inaccessibili vaste porzioni di terreno fertile, con gli agricoltori locali terrorizzati dall'idea di innescare accidentalmente una bomba nascosta. Questo timore ha condotto all'inutilizzo di circa il 37% delle terre che sarebbero altresì coltivabili, un ostacolo non da poco per una nazione dove la povertà è rampante e l'economia fatica a crescere. La situazione è resa ancor più tragica dalla curiosità infantile, che spinge i bambini a giocare inconsapevolmente con gli UXO, causando spesso gravi ferite a se stessi e ai loro compagni, e talvolta persino la morte.

Oltre agli UXO, il Laos continua a soffrire delle conseguenze residue di massicci impieghi di defoglianti ed erbicidi, come l'Agente Arancio. L'inquinamento chimico da questi materiali tossici persiste ancora oggi, contaminando le risorse alimentari e le fonti d'acqua del paese. Questa contaminazione ha portato ad un’alta incidenza di disabilità tra i neonati e continua a rappresentare una minaccia costante per la salute pubblica e l'integrità dell'ecosistema del Laos.

Una delle aree più gravemente interessate è la misteriosa Piana delle Giare, un importante sito archeologico situato nel nord del paese. Formata da oltre 90 siti contenenti gigantesche giare di pietra, la Piana delle Giare è stata riconosciuta come Patrimonio Mondiale dall'UNESCO il 6 luglio 2019. Tuttavia, a causa della persistente minaccia degli UXO, soltanto tre degli oltre 90 siti sono accessibili al pubblico. Nonostante gli sforzi continui per rendere l'area sicura rimuovendone gli UXO, l'enorme quantità di ordigni nascosti rende estremamente complesso stabilire una tempistica per quando l'intero sito potrà essere dichiarato completamente sicuro.

Tre giare in fila dalla Piana dei giare. I vasi sono posati sull'erba verde dove si possono vedere alcuni alberi sparsi qua e là. Sullo sfondo, alcune colline e il cielo, coperto da nuvole.

"Piana delle Giare, Phonsavanh, Laos" By David McKelvey [CC BY 2.0], via Flickr

L'endemica povertà in Laos ha spinto alcuni residenti locali a vedere i frammenti metallici residui dalle bombe come una risorsa preziosa. Insieme all'aumento dei prezzi dei metalli di scarto, è cresciuta la domanda di questi pericolosi rottami, provenienti tanto da bombe esplose quanto da ordigni inesplosi. Nei mercati locali del Laos, non è raro trovare venditori che offrono oggetti fabbricati a partire da questi materiali, un simbolo tangibile dell'intricata relazione tra le esigenze economiche presenti e un'eredità storica lacerante. Il riciclo di questi materiali bellici evidenzia in modo crudo l'ingegno umano nel fronteggiare le avversità, ma anche l'ombra persistente che la guerra lascia sul presente e sul futuro di una nazione.

Le azioni di COPE e MAG nella lotta contro le eredità della guerra in Laos

Sfortunatamente, la narrazione della guerra che ha devastato il Laos rimane largamente ignorata da gran parte della popolazione globale, specialmente in Occidente. Mentre molti sono consapevoli della guerra del Vietnam, sono pochissime le persone che sono a conoscenza dei dettagli della cosiddetta "Guerra Segreta" condotta in Laos. Ad esempio, noi stessi abbiamo scoperto questa parte della storia solo durante il nostro soggiorno a Vientiane, dove abbiamo avuto l'occasione di visitare il museo del Cooperative Orthotic and Prosthetic Enterprise (COPE). Posizionato al centro della capitale laotiana, questo modesto ma meticolosamente organizzato museo racconta la nobile missione di COPE: estendere servizi di riabilitazione accessibili e di alta qualità a coloro che sono stati afflitti dalle terribili conseguenze degli UXO.

L'accesso al museo è gratuito, ma le donazioni sono vivamente incoraggiate per supportare la causa vitale che persegue. All'interno, si trovano commoventi racconti di giovani e bambini che hanno subito perdite irreparabili, come un occhio, un braccio o una gamba, e che portano sui loro volti le cicatrici di queste tragedie. Tali infortuni sono spesso il risultato di un gioco innocente in aree pericolose, infestate da bombe nascoste, o bombies, come vengono chiamate dai locali. La visita a questo luogo non è solo una lezione di storia, ma un toccante promemoria dei costi umani della guerra e dell'importanza del lavoro di organizzazioni come COPE nel fornire assistenza e speranza a coloro che ne hanno più bisogno.

La foto è stata scattata al museo COPE di Vientiane e contiene alcune protesi. Sono tutte protesi per le gambe e ce n'è una principale in primo piano che sta ferma, posata sul pavimento. Presenta anche la scritta "COPE" e un cuore disegnato in nero sul lato destro. Intorno ci sono altre protesi, tutte più o meno dello stesso colore (giallastro al marrone), ma alcune di esse sono appese al soffitto.

Protesi in mostra al museo di COPE a Vientiane

Durante la nostra visita a Luang Prabang, abbiamo avuto l'opportunità di esplorare un'altra succursale del museo COPE. Qui abbiamo scoperto il lavoro del Mines Advisory Group (MAG), un'organizzazione dedicata non solo a liberare il Laos dagli ordigni inesplosi, ma anche ad educare la comunità locale. Il loro impegno include insegnare alla gente del posto come riconoscere un ordigno potenzialmente pericoloso e come comportarsi nel caso ne venga scoperto uno.

Un team composto da esperti e volontari si dedica attivamente alla ricerca e alla detonazione controllata degli UXO in Laos. Se desideri approfondire il loro processo, puoi trovare maggiori dettagli qui, ma, in sintesi, il loro lavoro si articola nelle seguenti quattro fasi:

  1. Identificazione delle aree a rischio: questo spesso avviene attraverso le testimonianze degli abitanti dei villaggi, che segnalano luoghi dove si sono verificati incidenti legati agli UXO
  2. Localizzazione delle bombe: un team di specialisti, assistito da cani addestrati e tecnologie all'avanguardia, viene inviato per individuare le bombe senza innescarle
  3. Mappatura degli ordigni: le posizioni esatte delle bombe vengono registrate per facilitarne il recupero da parte degli artificieri
  4. Detonazione controllata: un gruppo qualificato di artificieri si incarica di far detonare le bombe in modo sicuro, utilizzando metodi specifici e accurati

Dopo che un'area è stata accuratamente bonificata, viene restituita alla comunità locale, rendendola nuovamente utilizzabile e sicura. Tuttavia, il processo è complesso e richiede un grande impegno in termini di tempo e lavoro. Al momento, il team del MAG riesce a eliminare circa 20.000 bombe all'anno.

Nel 2016, l'allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante la sua storica visita in Laos (la prima da parte di un presidente americano), annunciò che il governo americano avrebbe donato 90 milioni di dollari per sostenere gli sforzi di bonifica degli UXO nel paese. Questa cifra rappresenta un impegno significativo, ma anche con questo supporto e gli sforzi incessanti di organizzazioni come MAG, la portata della sfida rimane straordinaria. Le stime attuali suggeriscono che potrebbe essere necessario un periodo compreso tra 100 e 200 anni per liberare completamente il Laos da tutti gli UXO, con alcune previsioni che addirittura ipotizzano quasi un millennio.

Il legato degli UXO in Laos è una tragica eredità che va oltre i semplici numeri; influisce profondamente sulla vita quotidiana delle popolazioni locali, limita lo sviluppo economico e rappresenta una costante minaccia alla sicurezza. La situazione è un amaro promemoria di una guerra che rimane in gran parte sconosciuta al mondo esterno, ma le cui conseguenze continueranno a farsi sentire per generazioni a venire. La lotta per eliminare gli UXO dal territorio laotiano è un compito lungo e arduo, ma indispensabile per assicurare un futuro più sicuro e prospero per il popolo del Laos.

La convenzione sulle munizioni a grappolo

Il 30 maggio 2008 è stata raggiunta una tappa cruciale nella lotta contro le armi particolarmente dannose, con l'adozione della Convenzione sulle Munizioni a Grappolo a Dublino. Successivamente aperta alla firma a Oslo il 3 dicembre dello stesso anno, la Convenzione ha posto un divieto totale sull'uso, la produzione, il trasferimento e l'accumulo di tali munizioni in tutti i futuri conflitti. La decisione è stata presa in risposta alla consapevolezza del danno duraturo che queste armi possono infliggere; l'impatto delle munizioni a grappolo va ben oltre la fine effettiva della guerra, influenzando le vite di generazioni anche a lungo dopo la conclusione dei conflitti, includendo individui che non hanno mai preso parte alle ostilità.

A luglio 2023, si contano ben 124 stati tra i firmatari che si sono uniti nell'adottare gli obiettivi stabiliti dalla Convenzione sulle Munizioni a Grappolo. Tuttavia, l'assenza di nazioni chiave come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia ed Israele, che non hanno ancora firmato l'accordo, lascia uno spiraglio preoccupante. Tale lacuna indica che le munizioni a grappolo potrebbero essere ancora utilizzate in futuri conflitti, generando scenari che potrebbero riecheggiare la tragedia del Laos. È infatti notizia di cronaca recente che l'Ucraina abbia iniziato a sganciare le prime bombe a grappolo nel conflitto contro la Russia. A procurare gli ordigni ai militari Ucraini è stato, per l’appunto, proprio il governo statunitense. Gli effetti duraturi di queste bombe continueranno a tormentare i territori in cui verrano sganciati, influenzando individui innocenti per molti anni a venire.

Una mappa che mostra i firmatari della Convenzione sulle Munizioni a Grappolo. I firmatari sono contrassegnati in blu, mentre gli altri paesi sono contrassegnati in bianco.

Mappa dei Paesi firmatari della Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo, aggiornata a Marzo 2023 / Credits: https://clusterconvention.org

Spero che la lettura di questo articolo abbia suscitato in te una scintilla di curiosità e interesse riguardo a questa problematica tanto critica quanto misconosciuta. Se desideri saperne di più sulla Guerra Segreta in Laos, ti invito calorosamente a guardare il seguente video di Nova Lectio:

Sitografia

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