Buddha di Smeraldo: Odissea nel sud-est asiatico

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The Emerald Buddha in its three dresses. 
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Davide smiling while holding a rat

Scritto da Davide Crestini

01 aprile 2023 6 min di lettura

In questo articolo esploriamo la storia ed il viaggio del Buddha di Smeraldo, un'immagine sacra e venerata del Buddha che ha attraversato il sud-est asiatico per secoli. Attraverso la sua storia, siamo stati in grado di gettare uno sguardo sulla ricca e affascinante storia e cultura della regione, dove sacro e profano si intrecciano in modo unico

Il Buddha di Smeraldo, noto anche come Phra Phuttha Maha Mani Rattana Patimakon, è una statua antica che ha vissuto un'odissea durata quasi 20 secoli nel Sud-Est asiatico. La sua presenza lascia dietro di sé un alone di mistero e meraviglia che si protrae fino ai giorni nostri. Nonostante le sue ridotte dimensioni - appena 66 cm di altezza e poco più di 45 cm di larghezza - questa statua è un capolavoro dell'antica arte artigianale. La sua splendida giada verde brilla di una profonda energia spirituale, attirando ogni anno milioni di fedeli buddisti e turisti che si recano al tempio Wat Phra Kaeo a Bangkok per ammirarla.

Nel corso dei secoli, si è creduto che il Buddha di Smeraldo conferisse legittimità e prosperità a coloro che ne entravano in possesso, rendendolo un ambito premio per re e governanti dell' intero sud-est asiatico.

Come spesso accade per molti manufatti antichi, l'antichità e la storia del Buddha di Smeraldo conferiscono a quest'opera un'importanza crescente e un'aura intrinseca. Secondo la fede buddista, l'aura spirituale di un'immagine del Buddha è direttamente proporzionale alla sua anzianità, ed il lungo viaggio compiuto dal Buddha di Smeraldo non ha fatto altro che arricchirne l'essenza con una potente energia spirituale, che continua ad attrarre fedeli e visitatori provenienti da tutto il mondo.

Le origini

Le origini esatte del Buddha di Smeraldo restano avvolte nella leggenda e nel mistero, ma il viaggio compiuto da questo maestoso manufatto nel corso dei secoli è una testimonianza della persistente forza della spiritualità e della costante ricerca umana di una connessione divina.

Secondo l'antica leggenda, la sacra scultura sarebbe stata scolpita nel lontano 43 a.C., nella città indiana di Pataliputra, da un rinomato saggio di nome Nagasena. Successivamente, avrebbe intrapreso un lungo viaggio attraverso le terre dello Sri Lanka, prima di giungere in Cambogia, dove avrebbe trovato custodia nel maestoso tempio di Angkor Wat.Il Buddha di Smeraldo avrebbe dimorato ad Angkor Wat fino al 1432, quando la città fu invasa dalle forze thailandesi che si appropriarono della preziosa scultura, riportnadola con se prima ad Ayutthaya e poi a Chiang Rai, dove il sovrano della città decise di nasconderla, celandola abilmente all'interno di una roccia. Lì, l'antica statua rimase nascosta fino alla sua scoperta nel 1434.[1]

Un'epica avventura nel Nord della Thailandia

La leggenda narra che nel 1434 un fulmine colpì un tempio chiamato Wat Pa Yeah, rivelando una sagoma interamente coperta di intonaco. Quando l'intonaco si sgretolò, emerse una statua di Buddha in pregiata giada verde, la quale fu scoperta da un monaco di nome Phra Keo. Il Buddha di Smeraldo era stato riportato alla luce. La notizia si diffuse rapidamente e Re Samfangkaen del regno di Lan Na, all'epoca sovrano del nord della Thailandia, decise immediatamente di portare la statua a Chiang Mai, la capitale del regno. Furono inviati uomini su elefanti per trasportare la statua a Chiang Mai, ma durante il viaggio di ritorno, gli elefanti deviarono verso Lampang anziché seguire la strada per Chiang Mai, nonostante i ripetuti tentativi del re di correggere la rotta. Dopo tre vani tentativi, il re riconobbe che il destino doveva seguire il suo corso e acconsentì che la statua fosse portata a Lampang [2], dove fu stabilito il Wat Phra Kaeo Don Tao come luogo di residenza. Il Buddha di Smeraldo dimorò qui per 32 anni.

Nel 1468, alla morte del re di Chiang Mai, il suo successore ordinò il trasferimento della statua nella capitale. Questa volta, sembra che gli spiriti guardiani fossero favorevoli, e la statua fu trasportata con successo a Chiang Mai e collocata presso il Wat Chedi Luang [3].

Vista di Wat Chedi Luang da uno degli angoli. Il tempio è parzialmente in rovina, ma si riescono comunque ad intravedere delle statue di elefante sia nei lati che nell'angolo. Il tempio è principalmente composto di mattoncini rossi. Nella parte superiore ci sono due archi, uno per lato, di color bianco-grigoignolo.

Wat Chedi Luang, Chiang Mai

Vista di Wat Chedi Luang, Chiang Mai

Una lunga sosta in Laos

Nel 1546, il re di Chiang Mai morì senza un erede al trono. Una delle sue figlie era sposata con il re di Luang Prabang, nell'attuale Laos, e gli aveva dato un figlio di nome Chao Setthathirath. Poiché non vi era alcun discendente del precedente re, funzionari di alto rango e monaci buddisti accettarono all'unanimità di offrire il trono a Setthathirath, che assunse il governo di Chiang Mai[4]. Nel 1551, suo padre morì e Setthathirath decise di tornare per un breve periodo a Luang Prabang, portando con sé il Buddha di Smeraldo, affermando che portarlo a Luang Prabang avrebbe consentito ai suoi parenti l'opportunità di venerare l'immagine e renderne merito. La statua sarebbe dovuta rimanere a Luang Prabang solo per un breve periodo, ma né il re né la statua fecero mai ritorno a Chiang Mai.

A Luang Prabang, la sacra statua dimorò all'interno del palazzo reale, rimanendovi per soli 12 anni, fino al 1563, quando il sovrano, preoccupato per la crescente minaccia rappresentata dall'avanzata delle forze birmane che avevano conquistato Chieng Saen, una città situata a nord-est di Chiang Mai, e si stavano posizionando strategicamente per un possibile attacco armato lungo il fiume Mekong, decise di trasferirsi a Viang Chang (Vientiane), l'attuale capitale del Laos, decidendo di portare con sé anche il Buddha di Smeraldo.

Qui, Setthathirath prese la decisione di far costruire un nuovo tempio per ospitare l'immagine sacra, dando così inizio ai lavori per il Haw Phra Kaew. Questo tempio avrebbe poi ospitato il Buddha di Smeraldo per oltre 200 anni, durante i quali l'immagine venne considerata l'oggetto più sacro del Laos, diventandone un simbolo dell'indipendenza e venendo spesso utilizzata nelle cerimonie di incoronazione dei sovrani laotiani.

Nella foto si intravede l'Haw Phra Kaew, un ex tempio situato a Vientiane, in Laos. Di fronte al tempio c'è un giardino con dell'erba, qua e là ci sono pure dei piccoli alberi. In primo piano c'è una siepe con dei fiori rossi. Il tempio si trova sullo sfondo. Il tempio si vede di facciata, con la parte superiore colorata in oro, ed il tetto colorato di rosso.Sotto il tetto ci sono molte colonne dorate.

Ex-tempio di Haw Phra Kaew, Vientane

La concusione del viaggio: Arrivo a Bangkok

Nel 1779, il sovrano del Regno del Siam, re Taksin, intraprese una campagna militare volta ad invadere Vientiane, tramite un esercito guidate dal suo massimo generale, Chao Phraya Chakri. L'operazione fu un successo e l'esercito riuscì a riportare il prezioso Buddha di Smeraldo a Thonburi, allora capitale dell'Impero del Siam (attuale Thailandia). L'immagine sacra fu conservata in un edificio nei pressi di Wat Arun fino alla morte di Taksin.

Nel 1782, una ribellione organizzata dall'aristocrazia della capitale condusse a un colpo di stato guidato da una fazione capitanata da Phraya San. Re Taksin, che nel frattempo aveva mostrato segni di squilibrio mentale, decise di arrendersi ai ribelli senza offrire alcuna resistenza. Nel frattempo, Chao Phra Chakri si trovava impegnato in una campagna militare in Cambogia, ma non appena venne a conoscenza del colpo di stato, fece immediato ritorno nella capitale. In breve tempo, riuscì a ripristinare l'ordine attraverso l'arresto, l'inchiesta e la punizione di coloro coinvolti. Una volta ristabilito l'ordine, decise di condannare a morte re Taksin, sostenendo che questi avesse tradito il proprio regno arrendendosi senza opporre resistenza [5].

Nel 1782, re Rama I, al fine di proteggere il regno da possibili attacchi birmani, decise di spostare la capitale dall'altra parte del fiume, da Thonburi a Bangkok (attualmente Thonburi è un quartiere di Bangkok). Immediatamente ordinò la costruzione di un imponente tempio, Wat Phra Kaew, noto anche come Wat Phra Sri Ratanasasdaram, appositamente progettato per ospitare il prezioso Buddha di Smeraldo. Il progetto includeva anche la costruzione del Grande Palazzo Reale, che divenne la nuova residenza della famiglia reale. Per commemorare quest'importante occasione, re Rama I tenne un sontuoso festival della durata di tre giorni, dopo il quale ribattezzò la capitale Krung Thep Mahanakhon Amon Rattanakosin Mahinthara Ayuthaya Mahadilok Phop Noppharat Ratchathani Burirom Udomratchaniwet Mahasathan Amon Piman Awatan Sathit Sakkathattiya Witsanukam Prasit, un nome che ancora oggi è utilizzato in forma abbreviata come Krung Thep Maha Nakhon, o più semplicemente, Bangkok[6].

Il Buddha di Smeraldo ha finalmente raggiunto la sua destinazione finale, ponendo fine ad un lungo e affascinante viaggio. Dalle profondità della giungla alle città più frenetiche, l'immagine sacra ha viaggiato nel tempo e nello spazio, benedicendo ogni luogo che ha visitato con prosperità e grazia. La sua storia è intrisa di fascino e mistero, e la sua presenza è un simbolo di devozione e spiritualità per il popolo thailandese e per coloro che viaggiano per incontrarlo. L'epopea del Buddha di Smeraldo ha reso ancora più significativa la sua importanza nel cuore del popolo thailandese, che lo onora come la più sacra rappresentazione del Buddha Gautama.

È un promemoria della ricchezza spirituale e della bellezza del sud-est asiatico, una regione in cui storia e leggenda si intrecciano e dove sacro e profano si fondono in uno. Il Buddha di Smeraldo ha trovato la sua casa e con essa porta un messaggio di speranza e amore a tutti coloro che lo cercano. Possa continuare a far risplendere la sua luce sul mondo per le generazioni a venire.

Vista del Wat Phra Kaew, dimora del Buddha di Smeraldo, a Bangkok. Nella foto si intravede la facciata del palazzo, con un muro di un acceso viola, di fronte a cui ci sono delle bellissime colonne dorate. Il tetto è di forma triangolare con un colore rosso, e dietro al tetto si intravede una stupda.
Sulle scale del palazzo ed in fronte al palazzo ci sono molti turisti che ne ammirano la bellezza, alcuni dei quali scattano anche delle foto.

Wat Phra Kaew

Vista del complesso del palazzo reale di Bangkok. Nella foto si intravedono principalmente i tetti dei vari edifici. Tutti i tetti hanno la tipica struttura thailandese con "trinagoli crescenti" e sono decorati con bordi oro e rossi e la parte centrale colorata di verde smeraldo. In cima ad ogni tetto è possibile ammirare una stupa di colore oro.

Palazzo Reale a Bangkok

Sitografia