Quando la pandemia da Covid ha preso il sopravvento, ci siamo ritrovati a lavorare a tempo pieno da casa. Contrariamente alle aspettative, l'esperienza non è stata negativa, in gran parte grazie alla compagnia dei nostri straordinari coinquilini. Tuttavia, nell'Ottobre 2022, abbiamo sentito che era giunto il momento di salutare il Big Ben e di cambiare rotta.
In cerca di un cambiamento di scenario e di un distacco dall'Europa, avvertivamo il bisogno di immergerci in culture inedite, lontane dalla nostra. Nonostante l'amore per Londra, abbiamo capito che avremmo preferito destinare le nostre risorse a qualcosa di diverso dai soliti pub e ristoranti costosi. Siamo consapevoli di avere la fortuna di lavorare in settori che ci permettono di operare da remoto, ma in questi mesi abbiamo scoperto una miriade di possibilità per chi vuole combinare lavoro e viaggio.
Scopriamo, quasi con sorpresa, che la vita da nomadi digitali è più gestibile di quanto immaginassimo. La differenza di fuso orario si è rivelata un elemento positivo: le mattine sono più rilassate sul fronte lavorativo e ci lasciano il tempo di esplorare, fare attività fisica e programmare le nostre giornate. Di solito iniziamo a lavorare dopo pranzo e terminiamo dopo cena. Il sud-est asiatico ci ha accolti a braccia aperte, e siamo grati di poterlo chiamare "casa", almeno per un po'.
Difficoltà del viaggiare lavorando
Certo, non tutto è facile e semplice come sembra. Viaggiare in luoghi diversi e assorbire la cultura locale può risultare un'impresa quando si soggiorna solo pochi giorni in un posto. L'equilibrio tra lavoro e tempo libero può diventare un po' complesso, dato che vorremmo dedicare più tempo all'esplorazione e all'apprendimento delle tradizioni locali. Tuttavia, le homestay si rivelano ottime occasioni per conversazioni stimolanti con la gente del posto, offrendo momenti unici difficili da ottenere alloggiando in hotel.
Essendo lavoratori full-time, dobbiamo assicurarci di avere una connessione internet affidabile ovunque andiamo; proprio come i vampiri necessitano del sangue, noi abbiamo bisogno del Wi-Fi. Questo implica che a volte dobbiamo rinunciare a visitare le aree più isolate, spesso le più affascinanti e autentiche. Nel corso del viaggio, abbiamo incontrato persone che svolgono volontariato per ONG o piccole organizzazioni, portando un contributo significativo alle comunità locali. Ascoltare le loro storie ed esperienze è stimolante e ci motiva a tornare nel Sud-est asiatico, a visitare i luoghi che abbiamo dovuto bypassare questa volta e, chissà, a dedicarci anche noi al volontariato.
Ritornando alla questione Wi-Fi, non possiamo fare a meno di una connessione stabile. Fortunatamente, il Sud-est asiatico non ci ha deluso. Nei rari momenti in cui la connessione è stata problematica, abbiamo sempre trovato una soluzione, anche se spesso ha significato rifugiarci in caffetterie più lussuose e occidentalizzate.
Infine, nel tentativo di ridurre il più possibile i voli, abbiamo dovuto adattare il nostro viaggio ai mezzi di trasporto terrestri disponibili, utilizzando i fine settimana come giorni di spostamento. Spesso optiamo per treni o autobus notturni, un metodo conveniente che ci permette di risparmiare sul costo dell'alloggio e di muoverci durante la settimana senza perdere giornate lavorative.
L'inquinamento, purtroppo, è stata una spiacevole sorpresa. Purtroppo nel Sud-est asiatico l’inquinamento è un problema molto diffuso e la qualità dell’aria tende ad essere bassa un po’ ovunque, anche a seconda delle stagioni. Prima di partire eravamo consapevoli che la qualità dell’aria nelle città più popolose non sarebbe stata delle migliori, ma ci aspettavamo che nei villaggi o nelle città di modeste dimensioni, avremmo trovato un’aria più fresca e pulita. Invece il peggior momento, fino ad ora, è stato proprio a Luang Prabang, in Laos, dove a causa della “burning season” ci siamo trovati costretti ad uscire con le mascherine N95 e a passare la maggior parte del tempo al chiuso per evitare di essere costantemente immersi nella nube di fumo che avvolgeva la città.
Sorprese e incontri inaspettate
Ovunque ti giri è un tripudio per i sensi ed uno stimolo per la mente, ed è probabilmente questo a rendere la nostra concentrazione sul lavoro più acuta rispetto a quando vivevamo a Londra - un fenomeno inaspettato ma gradito.
Le occasioni di socializzare abbondano, quindi non ci si sente mai veramente soli. C'è un equilibrio che ti permette di dedicarti a quei progetti che hai sempre rimandato per mancanza di tempo, ma anche di intrattenere conversazioni affascinanti con abitanti locali e con altri viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Ci sono settimane in cui non incrociamo quasi nessuno, e altre in cui conosciamo gente nei contesti più inaspettati, finendo per condividere cene e lunghe serate di chiacchiere. È un piacere ritrovare vecchie conoscenze in un nuovo paese dopo aver preso strade diverse.
Cena con il gruppo di persone che abbiamo conosciuto sulla casa galleggiante a Ban Sen, vicino ad Ha Long
Ovviamente, il cibo è sempre una fonte di sorprese. Entrambi siamo ghiotti (forse anche troppo) e adoriamo assaggiare piatti e bevande locali. Non appena giungiamo in un nuovo luogo, siamo subito alla ricerca di un mercato, sperando di scoprire qualche pietanza mai assaggiata prima - è una vera soddisfazione quando si scopre un piatto nuovo particolarmente gustoso. Soggiornare in un luogo per un periodo più lungo ci dà la possibilità di provare cibi diversi e di assaggiare lo stesso piatto in posti diversi, confrontandoli e scegliendo la nostra versione preferita!
Navigare la burocrazia dei visti
La gestione dei visti può rivelarsi una vera e propria avventura, con modalità che variano considerevolmente da un Paese all'altro. È fondamentale informarsi preventivamente per evitare brutte sorprese. Finora, abbiamo visitato Thailandia, Laos, Vietnam e Cambogia, tutti Paesi che recentemente hanno introdotto l'e-visa, un visto elettronico che semplifica notevolmente la vita del viaggiatore, permettendo di fare domanda online e risparmiando lunghe attese in fila all'immigrazione. Finora, siamo riusciti a destreggiarci abbastanza bene, nonostante abbiamo dovuto modificare i nostri piani mentre eravamo in Vietnam. Avevamo in mente di restare un paio di mesi, estendendo il nostro visto di iniziale per un ulteriore mese, ma dopo due estenuanti mattine all'ufficio immigrazione e una rapida visita a un'agenzia di viaggi locale a Hanoi, abbiamo scoperto, nostro malgrado, che i visti turistici non vengono più estesi post-Covid, pertanto ci siamo dovuti rassegnare a lasciare il paese dopo solo un mese. Questo ci ha costretti a tralasciare la parte meridionale del Vietnam, a ridurre il tempo in alcune città dove avremmo desiderato fermarci più a lungo e a dover prendere un volo per lasciare il Paese! Ecco perché è sempre consigliabile cercare le informazioni più recenti, anche se non è sempre un compito semplice.
Mantenersi in salute
Come già menzionato, il cibo locale è irresistibile e, per lo più, sano. Abbiamo eliminato formaggi e pane dalla nostra alimentazione, sostituendoli con riso al vapore e verdure saltate. Ci siamo sempre sforzati di mantenerci attivi fisicamente e di seguire una dieta equilibrata, pur non rinunciando a goderci le prelibatezze locali. Avere a disposizione un angolo cottura in alcuni dei nostri alloggi è stato molto utile, consentendoci di preparare piatti salutari e di fare acquisti nei mercati locali. Questo ci ha permesso di interagire, spesso tramite il linguaggio dei segni, con i venditori locali e di scoprire frutta e verdura freschissime mai provate prima, come ad esempio il frutto del loto!
Per quanto riguarda l'esercizio fisico, durante la prima parte del viaggio lo abbiamo approcciato in maniera piuttosto casuale, cercando di allenarci ogni volta che avevamo accesso ad una palestra, da quelle tradizionali ai centri di thai boxing e/o yoga. Ci siamo presto resi conto che questo approccio non era sostenibile, dato che in ogni nuova località non sapevamo se ci sarebbero state strutture adatte e, quando presenti, non eravamo certi del tipo di attrezzature disponibili. Dopo un paio di mesi, abbiamo deciso di scaricare Freeletics e di impostare un piano di allenamento a corpo libero, facilmente praticabile ovunque. Ammettiamo che questa strategia si è rivelata molto più efficace, e da allora non abbiamo più saltato un giorno di allenamento.
Stiamo inoltre cercando di fare della meditazione una pratica quotidiana, utilizzando Headspace, un'app davvero utile. Davide ha la fortuna di avere un abbonamento gratuito grazie alla sua azienda. Un altro strumento molto valido, come probabilmente saprete, è YouTube, una fonte inesauribile di materiale gratuito, che utilizziamo soprattutto per seguire il canale “Yoga with Adrienne”, un'opzione decisamente apprezzata!
Fortunati ad avere questa vista nella nostra palestra a Kuala Lumpur
Barriere linguistiche
Come era prevedibile, abbiamo incontrato alcune difficoltà comunicative. Ogni volta che ci spostiamo in un nuovo Paese, tentiamo di apprendere il maggior numero possibile di frasi nella lingua locale, ma è complesso andare oltre le espressioni di base come "ciao", "grazie", "come stai" ecc. Per fortuna, la comunicazione gestuale si è rivelata efficace in molte situazioni e, quando non è sufficiente, ricorriamo a Google Traduttore. In una circostanza, Bea, cercando di spiegare a due autisti di Grab (l'equivalente di Uber) dove ci dovevano portare, ha fatto sì che finissimo dalla parte opposta di Ho Chi Minh City. Da lì, abbiamo dovuto raggiungere a piedi il nostro hotel, con i nostri cellulari quasi completamente scarichi. Per fortuna, siamo riusciti a tornare all'hotel senza troppi problemi.
Restare “connessi” viaggiando
Siamo sinceri, non siamo grandi ammiratori dei social media per varie ragioni che non approfondiremo in questo articolo. Tuttavia, siamo consapevoli che il metodo più semplice e diretto per tenere aggiornati amici e parenti (e per restare al corrente delle loro vite) è attraverso l'uso del celebre Instagram. Non possiamo negare che sia uno strumento efficace per seguire le attività dei nostri amici a casa, ma anche per restare in contatto con le persone che incontriamo nel corso del nostro viaggio e, magari, per scoprire se i nostri percorsi si incroceranno nuovamente.
Un viaggio di lezioni
In quanto novizi del nomadismo digitale, tutto ciò che abbiamo affrontato è stato un percorso di apprendimento. Si inizia a notare e ad apprezzare i dettagli più piccoli, quelli che realmente rallegrano la tua giornata - so che può sembrare un cliché, ma è la verità: sono le connessioni umane che fanno davvero la differenza. Non è nemmeno necessario parlare la stessa lingua per poter apprezzare una scena divertente, un sorriso o i bambini che ti salutano. Vivere solo con quello che può essere riposto in un backpack e una borsa per i dispositivi (grazie ai nostri genitori che conservano tutte le nostre cose a casa!) offre un senso di libertà ineguagliabile. Siamo onesti, potremmo vivere così per un bel po' di tempo - dopotutto, chi ha bisogno di tutte quelle cose?
Un'altra lezione importante che abbiamo imparato è di prendere con le pinze ciò che si sente su un Paese, una città o un popolo - un insegnamento valido anche per la vita in generale. Quelle che ascoltiamo sono sempre opinioni e prospettive individuali, influenzate dall'umore della persona in un momento specifico, dal suo modo di porsi e dalla sua attitudine di viaggio. Non sono necessariamente riflessioni autentiche del Paese, delle persone o della cultura di cui stanno parlando.
Davide sul divano dell'appartamento ad Hanoi
Il backpack del nomade
Come accennato sopra, tutto ciò che abbiamo e portiamo con noi, sta all’interno dei nostri backapack e degli zaini per i dispositivi. Abbiamo abiti multiuso, qualche gadget, ed un piccolo kit medico (qualche medicina essenziale, cerotti e Compeed). Oh, anche una bottiglia d'acqua riutilizzabile (dotata di tecnologia UV, in grado di uccidere i batteri) - è un salvavita ed è pure eco-sostenibile. Purtroppo non possiamo utilizzarla ovunque; in alcuni posti il sapore dell’acqua è ai limiti del disgustoso. D’altro canto, il caffè è sempre delizioso in questa parte del mondo. Se l’avessimo saputo prima di partire, avremmo portato con noi le nostre amate Keepcup!
A volte è stancante dover disfare e rifare la valigia nell'arco di un paio di giorni, ma abbiamo imparato ad organizzare i bagagli in modo da poter trovare le cose di cui abbiamo più bisogno in alto e le cose che usiamo di rado in fondo. Il metodo funziona anche grazie ai nostri organizer da viaggio e la tecnica militare del rotolamento dei vestiti. Tra l'altro, abbiamo portato davvero troppa roba, ma questa è una buona lezione per il prossimo viaggio! Li doneremo a qualche negozio dell’usato.
Il nostro futuro come nomadi digitali
Siamo affascinati dalle sottili e a volte sostanziali differenze tra i Paesi, che non hanno fatto altro che alimentare il nostro desiderio di viaggiare e ora non vediamo l'ora di esplorare altri luoghi. Per il momento non abbiamo alcuna intenzione di smettere di viaggiare e non sappiamo quando, esattamente, decideremo di fermarci! Chi lo sa, magari mai? Passare da un luogo all'altro, quindi da un ambiente all'altro, ti dà la sensazione di vivere molteplici vite nell'arco di pochi mesi; un giorno sei immerso nel traffico frenetico di Hanoi, il giorno dopo ti trovi su una casa galleggiante, in compagnia di perfetti sconosciuti, in mezzo al nulla, circondato solo da acqua e isolette. Poi ritorni in città e poco dopo ti sposti di nuovo in un piccolo villaggio. È un'esperienza che ti mantiene costantemente in allerta e consapevole del tuo ambiente, offrendoti al contempo una dose quotidiana di sorprese che mettono alla prova la tua apertura mentale, ti fanno rimettere in discussione le tue convinzioni più radicate e ti insegnano a non dare nulla per scontato.
Passare da Londra al Sud-Est Asiatico è stata un'avventura incredibile e illuminante.
Bus notturno da Ninh Ninh a Hue in Vietnam