Chi è il Nomade Digitale? La nostra opinione

Sulla sinistra c'è un nomade tradizionale, al centro un nomade più moderno con una lancia in mano, e un nomade digitale sulla destra che porta un laptop. La scena si svolge in una giungla tropicale ed è realizzata con arte digitale.
Davide smiling while holding a rat

Scritto da Davide Crestini

19 giugno 2023 10 min di lettura

Scopri l'evoluzione, i vantaggi e le sfide dello stile di vita di un nomade digitale. Questo articolo esplora il concetto di nomadismo digitale, la sua nascita e la sua influenza sulla società e sulla cultura. Ci addentriamo nelle origini del nomadismo, nella sua forma digitale moderna e nell'eventuale impatto che ha sulle località visitate. Scopri la nostra visione su come bilanciare lavoro e avventura, affrontare sfide inaspettate e abbracciare i valori del nomadismo tradizionale nella nostra era digitale.

Prima di immergerci nell'argomento dei nomadi digitali, facciamo un passo indietro e comprendiamo cosa si intende per stile di vita nomade. Secondo il Vocabolario Treccani, un nomade è un individuo

Da uno studio etimologico, si evince che questa parola affonda le proprie radici nell'Antica Grecia, nello specifico nel termine νομᾰ́ς, o nomás, che rappresenta l'atto di "vagare, errare, soprattutto alla ricerca di nuovi pascoli". Questo ci restituisce l'immagine di individui in perenne movimento, alla ricerca di cibo e di mezzi per la sopravvivenza.

La nostra storia ci insegna che tale definizione cattura a perfezione lo stile di vita dei nostri antenati. Fino a circa 12.000 anni fa, ogni essere umano era un nomade, impegnato nella caccia, nella pesca, nella raccolta di vegetazione selvatica e di altri nutrienti offerti dalla natura, come ad esempio il miele.[1]

Anche oggi questa definizione greca rimane attuale. Si stima che esistano tra i 30 e i 40 milioni di "nomadi tradizionali", che incarnano i principi di mobilità e ricerca di sostentamento, anche se non sono tutti dei cacciatori-raccoglitori.[2]

Nel panorama occidentale, purtroppo, è sempre esistita una tendenza a vedere le società nomadi come inferiori o meno evolute ma, come ha puntualizzato la Professoressa Marie Favereau in un'intervista rilasciata alla BBC, questa è una grossa distorsione della realtà. Queste società sono, e continuano ad essere, estremamente complesse, mantenendo la loro stabilità politica attraverso la mobilità e mostrando un'apertura eccezionale nell'assorbire e integrare usanze di culture diverse.[3] Questa fluidità ha spesso generato paura e incomprensione nelle società sedentarie, portando alla stigmatizzazione dei nomadi come "ribelli". Questa percezione persiste ancora oggi, come evidenziato dalle attitudini discriminatorie nei confronti delle comunità Rom in molte società occidentali.

Avvicinandoci al concetto di nomadismo digitale, ci ritroviamo in una situazione particolare: quella di poter rievocare l'essenza di queste società nomadi tradizionali, pur godendo delle comodità che la nostra era moderna ci offre.

Un uomo in piedi vivino ad un cammello ed un bambino seduto. I due si trovano nel deserto in pieno giorno. (credits @jyotirmoy/Unsplash)

Un uomo in piedi vivino ad un cammello ed un bambino seduto. I due si trovano nel deserto in pieno giorno

L'emergere del Nomade Digitale

Il termine 'nomadismo' ha assunto una connotazione contemporanea nel 1997, con l'introduzione del concetto di Nomade Digitale. Questo termine, che fu coniato nel libro The Digital Nomad scritto da Tsugio Makimoto e David Manners, rappresenta un connubio perfetto tra l'innata inclinazione umana a esplorare e le opportunità rivoluzionarie delle tecnologie digitali.

Nella loro opera, Makimoto e Manners disegnano un futuro affascinante, dove i balzi tecnologici risvegliano il nostro spirito nomade, permettendoci di vivere, lavorare e interagire con il mondo mentre siamo in costante movimento, proprio come erano soliti fare i nomadi tradizionali. La previsione dei due autori si è rivelata quasi profetica. Negli anni che seguirono la pubblicazione del libro, un numero sempre crescente di persone ha accolto questa filosofia di vita innovativa, in cui la linea tra viaggio e lavoro si sfuma, dando origine all’epoca del nomadismo digitale.

È curioso notare come l'avvento della pandemia da Covid-19 abbia accelerato l'adozione di questo stile di vita. I lockdown hanno costretto le persone nelle loro abitazioni, facendo scoprire a molti i vantaggi del telelavoro. Anche le aziende hanno realizzato che lo smart working può incrementare la produttività dei dipendenti, dando loro più autonomia e, soprattutto, indipendenza dal luogo fisico di lavoro, alimentando ulteriormente la tendenza verso il nomadismo digitale.

Oggi, si stima che esistano circa 35 milioni di nomadi digitali in tutto il mondo.[4] Questo numero è destinato a salire, poiché sempre più persone si sentono attratte dalla flessibilità e dalla libertà offerte dallo stile di vita dei nomadi digitali.

Lo stile di vita nomade è ben più di un passaporto pieno di timbri

Intraprendere il viaggio verso la vita da nomade digitale comporta un profondo mutamento nel nostro approccio alla vita, una deviazione decisa dal modello di vita convenzionale. Come nomadi digitali, mettiamo le esperienze al di sopra dei beni materiali, scegliamo la libertà invece della routine e ci immergiamo nella varietà e nella ricchezza di culture e punti di vista differenti.

Essere sempre pronti ad accogliere nuove esperienze e desiderosi di esplorare modi di vivere diversi dal nostro è fondamentale. È del tutto normale, e direi anche necessario, formarsi un'opinione su costumi e pratiche nuove, a volte molto lontane dalle nostre abitudini, ma come viaggiatori, il nostro obiettivo è osservare, non giudicare - un principio fondamentale da tenere sempre a mente. Il viaggio, infatti, offre l'occasione di sfidare le proprie convinzioni, mettere in discussione i propri pregiudizi e forse persino vivere un vero e proprio cambiamento personale.

L'arte del minimalismo e dell'adattabilità

Diventare nomadi digitali significare anche “abbracciare il disagio”, imparando a vivere senza tutti i gadget e le comodità che abbiamo a casa. Spesso i nomadi digitali si ritrovano a sentire la mancanza di alcuni strumenti che li aiutano, ad esempio, a ricreare il loro spazio di lavoro. Molti però sono riusciti a ridurre al minimo gli oggetti di cui hanno bisogno, e viaggiano portando con sé solo un backpack per i vestiti ed uno zaino con i loro dispositivi digitali e alcuni libri. Lasciar andare i propri possedimenti fisici porta con sé un distinto senso di libertà, che permetter di centrare la propria vita sulle esperienze e sulle relazioni, piuttosto che sulle cose. Per alcuni, questa transizione avviene in modo naturale, mentre per altri è un processo graduale che richiede tempo. Noi, ad esempio, non abbiamo ancora del tutto padroneggiato questa skill!

Alla stazione di Chumphon, mentre aspettiamo il treno notturno, Bea controlla l'obiettivo della fotocamera circondata dai nostri bagagli

Bea alla stazione di Chumphon

Intraprendere la vita da nomade digitale significa accogliere un certo grado di "disagio", imparando a vivere senza tutti i comfort e i gadget a cui siamo abituati a casa. Non è raro per i nomadi digitali avvertire la mancanza di alcuni strumenti utili a ricreare il proprio spazio di lavoro personale. Molti, tuttavia, hanno saputo limitare le proprie necessità materiali al minimo indispensabile, viaggiando con un backpack per i vestiti ed uno zaino per i propri dispositivi digitali e qualche libro. Liberarsi dei propri beni fisici porta con sé una particolare sensazione di libertà, che permette di focalizzarsi più sulle esperienze e le relazioni che sulle cose. Per alcuni, questa transizione avviene in modo fluido, mentre per altri è un processo più graduale che richiede tempo. Noi, ad esempio, stiamo ancora cercando di padroneggiare questa capacità!

È importante saper adattarsi, sentirsi a proprio agio con la spontaneità e la pianificazione a breve termine. A seconda della frequenza con cui si decide di cambiare luogo, si potrebbe essere in grado di programmare solo con un paio di settimane in anticipo. Potrebbe capitare di innamorarsi di un posto e decidere di prolungare il soggiorno, o scoprire che il pittoresco villaggio dove si pensava di trascorrere due mesi è infestato da zanzare e decidere di partire prima del previsto!

Fate attenzione anche alle stagioni! Pensavamo che queste aree avessero tipicamente due stagioni distinte: quella delle piogge e quella secca. Sebbene sia vero, il cambiamento climatico e pratiche come il "taglia e brucia" possono alterare notevolmente le condizioni. La stagione delle piogge può portare precipitazioni costanti (anche se raramente durano più di un paio d'ore), ma queste giornate piovose possono essere viste come un'ottima opportunità per recuperare un po' di lavoro arretrato, o per rilassarsi se si è al passo con le proprie responsabilità. Stagione delle piogge e stagione secca non significano automaticamente bene o male: è importante fare una ricerca accurata sulla zona esatta prima di prenotare, in modo da sapere cosa aspettarsi durante il vostro soggiorno. Quel verde rigoglioso che vedete nelle foto su Internet potrebbe non essere sempre presente!

Gli ostacoli della vita nomade

Mantenere i legami con amici e familiari da un capo all'altro del mondo può presentare delle sfide non trascurabili. Nonostante la tecnologia ci offra svariate possibilità per rimanere in contatto, la gestione dei diversi fusi orari può essere un compito arduo, richiedendo un impegno aggiuntivo per coordinarsi e mantenere i rapporti. Ciononostante, ritengo fondamentale questo sforzo, poiché costituisce un efficace antidoto alla nostalgia di casa e permette di sentire vicini i propri amici e familiari. Durante lunghi viaggi, si rischia di perdere importanti eventi della vita dei propri cari, come la nascita di un bambino o un matrimonio, facendo sembrare le distanze ancora più ampie.

Un'altra sfida rilevante è garantirsi una fonte di reddito stabile mentre si viaggia costantemente. Molti nomadi digitali scelgono la strada del lavoro autonomo, che offre un certo grado di libertà, permettendo di gestire autonomamente il carico di lavoro e gli orari. Tuttavia, il lavoro freelance non assicura un reddito costante e prevedibile: ci possono essere mesi ricchi di lavoro e altri più "magri". Al contrario, lavorare a tempo pieno per un'azienda garantisce una stabilità economica, ma spesso limita il controllo sugli orari e sul volume di lavoro. Potrebbe capitare, per esempio, di dover partecipare a riunioni nelle ore serali o addirittura notturne. Come in ogni aspetto della vita, entrambe le soluzioni presentano compromessi, e sta a ciascuno valutare quella più in linea con le proprie esigenze e preferenze.

Bilanciare il lavoro e l'avventura

Essenzialmente, un nomade digitale è un individuo che riesce a mescolare in modo fluido il viaggio con il lavoro, solitamente online. Molti nomadi digitali operano in settori come l'informatica, quello creativo, il commercio online, il marketing e le risorse umane - abbiamo persino incontrato un radiologo che analizzava scansioni mediche direttamente dal proprio computer. A seconda del campo di lavoro e se si lavora come freelance o come dipendenti di un'azienda, una necessità fondamentale è l'accesso a un luogo con una connessione Wi-Fi affidabile, idealmente uno spazio di co-working.

Gli spazi di co-working non sono solo luoghi dotati di scrivanie e una solida connessione internet, ma diventano anche punti di ritrovo e di scambio per i nomadi digitali, luoghi dove si condividono pasti, si scambiano idee e si creano nuove amicizie. Considerando che, secondo Statista, la maggioranza dei nomadi digitali sono lavoratori autonomi[5], questi incontri possono offrire nuove prospettive (anche riguardo al proprio business), potenziali collaborazioni o addirittura futuri clienti.

Entrambi mentre lavoriamo al computer nel nostro appartamento a Siem Reap, in Cambogia

Bea e Davide che lavorano al computer

Ciononostante, è essenziale ricordare perché abbiamo scelto di intraprendere questo stile di vita. Il lavoro è importante, certo, ma mantenere un equilibrio tra vita lavorativa e personale è la chiave per godersi appieno l'esperienza del nomadismo digitale. L'essenza di essere un nomade digitale non si limita a lavorare da luoghi diversi, ma include anche l'esperienza di vivere appieno tali luoghi. In fondo, non avrai deciso di attraversare il mondo solo per rinchiuderti in un bar o in uno spazio di co-working, vero?

L'impatto del nomadismo digitale sulle comunità locali

Esistono vantaggi, ma anche molteplici svantaggi nella vita da nomade digitale. Non mi riferisco necessariamente a quelli che riguardano l'individuo, ma a quelli che influiscono sui luoghi visitati e sulle persone che vi risiedono. Come abbiamo visto in Portogallo e a Città del Messico, le app per affitti a breve termine come Airbnb e Vrbo hanno causato un notevole aumento dei costi degli affitti, generando un effetto domino sulla popolazione locale, che si è vista costretta a lasciare i propri quartieri per trasferirsi in zone più economiche. Questo fenomeno di "gentrificazione", oltre a spostare i residenti locali nelle aree più periferiche, può creare squilibri economici all'interno delle comunità.

Purtroppo, questo non è l'unico aspetto negativo. Un massiccio afflusso di nomadi digitali può provocare sovraffollamento, ma anche rischiare di influenzare significativamente le tradizioni culturali locali. Pensiamo, ad esempio, all'apertura di bar, ristoranti e negozi che offrono cibo e prodotti destinati esclusivamente ai visitatori occidentali, a prezzi che la popolazione locale può chiaramente permettersi solo in rare occasioni. Sono convinto che un appropriato mix di culture sia molto benefico per una comunità, tuttavia, ho spesso notato la presenza di locali che, a parte un qualche profitto per il proprietario, non apportano molto alla comunità stessa e finiscono per dividere "ospiti" e "ospitanti", piuttosto che unirli. Inoltre, questa tendenza può portare le economie locali a diventare dipendenti dal turismo, cosa che, come abbiamo osservato con la recente pandemia di Covid-19, può creare situazioni estremamente precarie.

Alcune di queste dinamiche sono molto profonde e ci stanno particolarmente a cuore. Crediamo che meritino un'analisi più approfondita, per questo abbiamo intenzione di dedicare loro specifici articoli.

Le lezioni del nomadismo tradizionale

Vorrei soffermarmi su come, in qualità di nomadi digitali, abbiamo molto da apprendere dalla millenaria tradizione del nomadismo, che ha costituito le fondamenta del nostro moderno stile di vita. Le società nomadi del passato intrattenevano un profondo legame con la natura e con i luoghi che percorrevano, viaggiando in modo autenticamente sostenibile ben prima che la sostenibilità diventasse un argomento di discussione globale, anzi, molto prima che il concetto stesso di "sostenibilità" venisse coniato. Questi nomadi, noti per la gestione degli allevamenti, prosperavano comprendendo l'ecosistema e i suoi cicli naturali, assicurandosi di utilizzare i pascoli in modo responsabile senza esaurire le risorse oltre le loro naturali capacità di rigenerazione.

Vorrei soffermarmi su come, in qualità di nomadi digitali, abbiamo molto da apprendere dalla millenaria tradizione del nomadismo, che ha costituito le fondamenta del nostro moderno stile di vita. Le società nomadi del passato intrattenevano un profondo legame con la natura e con i luoghi che percorrevano, viaggiando in modo autenticamente sostenibile ben prima che la sostenibilità diventasse un argomento di discussione globale, anzi, molto prima che il concetto stesso di "sostenibilità" venisse coniato. Questi nomadi, noti per la gestione degli allevamenti, prosperavano comprendendo l'ecosistema e i suoi cicli naturali, assicurandosi di utilizzare i pascoli in modo responsabile senza esaurire le risorse oltre le loro naturali capacità di rigenerazione.

Sitografia:

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